Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Festo
Sceptra … cognatae domus (Sen. Oed. 513). Tra Edipo, Creonte e la casa del princeps
motivi del colloquio tra Edipo e Creonte: la diffidenza tra regnante e sottoposti; il divieto imposto a Edipo di compiere necromanzie riflette la parentela tra il princeps e le divinità superne; la condizione privilegiata dei parenti del re riflette i grandi patronati degli adepti alla famiglia imperiale; gli svantaggi del peso del potere (analogie con BRV)
La vita degli oggetti: il ruolo della cosa donata in Seneca
alla luce di alcune moderne teorie antropologiche si evidenzia come in un rapporto di reciprocità il dono materiale rimandi all’interagente umano e riesca a sostituirlo, anche nel caso di dono negativo: in MED i doni nuziali a Creusa sono costituitivi dell’identità di Medea e contribuiscono a compierne la vendetta alla pari di altri oggetti-dono del mito
Die dramatische Zeit in Senecas Tragödien
dall’analisi soprattutto di HFU, TRD e MED emergono alcuni connotati dell’organizzazione del tempo scenico nel teatro senecano già sperimentati dai comici e finalizzati a porre enfasi sull’azione: la percezione soggettiva del tempo da parte dei personaggi e la creazione di strutture temporali fittizie; le tecniche di concentrazione del tempo; la flessibilità di durata dell’azione, a volte palesata o ottenuta tramite il coro; il ruolo rivestito dal coro-personaggio per manipolare e incrociare successioni temporali; le variazioni del ritmo drammatico realizzate spesso per contrasto
Magnitudinem exuere Augusto privato in Seneca, brev. vit. 4,2 ss.
in BRV 4 Augusto appare come uomo torturato dal proprio potere e in un atteggiamento proprio dell’antisapiente, lontanissimo dall’immagine del sovrano filosofo, dato che l’otium da lui ricercato è egoistico e assolutamente intempestivo; nella descrizione del potere imperiale si individuano temi ed espressioni accostabili alla panegiristica, ma soprattutto al dialogo tra Creonte ed Edipo in DPS: l’otium si connota come una finzione finalizzata tanto a blandire (e ingannare) i sudditi, quanto a illudere se stessi
Posidonio e le origini dell’architettura: contributi al testo e all’esegesi di Sen. ep. 90,7 e di Isid. orig. 15,2,6
in PST 90,7 leggere sparsos et cavis tectos invece di sparsos et aut casis tectos; dalla tradizione letteraria risulta infatti che la presenza di capanne mal si concilia sia con un regime di vita errante e ancora non comunitario (sparsi), sia con i rifugi naturali elencati subito dopo nel corso del paragrafo. Sempre sulla base di tale tradizione in Isid. orig. 15,2,6 si propone di emendare naturali sollertia speluncis silvestribus tegumentis relictis tuguria sibi.
Notes de lecture. Catulle, 3: Un écho des nénies dans la littérature
la nenia; paragone tra Catul. 3 e LDS 12; LDS 12, 3 contiene la parodia di una nenia: è possibile vedere in Catul. 3 l’imitazione di questo genere letterario popolare
Faba mimus
nota esegetica a fabam mimum, espressione conservata in Cic. Att. I, 16, 3 e LDS 9, 3, così come tramandata dai mss.